“INCANTOCORPO” DI STEFANO REOLON: UN INNO ALLA PLASTICITA’. A SELVAZZANO C’E’ “AMIANTO IL MALE CHE NON SCOMPARE”

Prosegue fino al 13 settembre, presso la galleria civica Cavour, la personale “Incantocorpo” di Stefano Reolon, promossa dall’assessorato alla cultura del comune, e curata della giornalista Barbara Codogno. Quei “corpi parlanti” di Stefano Reolon stanno avendo un ottimo successo di critica e di pubblico. Sarà perché non sfugge che parlano di noi, in un abbraccio esteticamente forte. Sono in mostra una ventina di tele firmate dal pittore padovano, tutte di grandissime dimensioni, ispirate ai maestri del passato, tra cui Buonarroti, Rubens, Van Dick e, in genere, al mondo barocco e fiammingo. L’artista incanta con questa sua personale che rappresenta corpi nudi esposti allo sguardo dell’osservatore che viene rapito dall’essere umano senza veli, scandagliato nel particolare estetico ed anatomico, attraverso un gioco di rimandi che strizza l’occhio all’arte classica. Ma col vivo desiderio di raccontare l’uomo di oggi, in un “portrait” che ne rappresenti vizi e virtù, paure e limiti. Reolon lo fa con uno stile personalissimo, in continua evoluzione creativa: si mette gli occhiali del docente per soffermarsi sui dettagli delle fisicità rappresentate, da fine conoscitore di storia dell’arte e da ottimo disegnatore, ma si apre alle grandi dimensioni con piena e matura fantasia pittorica d’artista, indagando con abilità scenografica una realtà affascinante, dalle venature antropo-sociali.

(sopra un’opera dell’artista Stefano Reolon)

Disegna le tracce del nostro vivere quotidiano e delle nostre relazioni, deposte nella fisicità, e dunque simboleggiate da questi corpi “umani, troppo umani”. Corpi massicci, espressione di forza e plasticità, che, però, nella tradizione del pensiero filosofico occidentale, costituivano il limite per eccellenza dell’io, quel confine dell’anima, sede della religiosa colpa, destinato a tramutarsi nell’insuperabile vertigine della contingenza e del nulla. Il corpo, per secoli e secoli, è stato relegato a “peccato” e fustigato come cattivo consigliere di un’anima pura, o che tale doveva restare. Eppure, è proprio questo nostro corpo ad essere fonte del desiderio, del sogno e di molta ispirazione poetica, ed è sempre il nostro corpo a comunicare con l’io attraverso un canale sotterraneo ed alquanto misterioso. Ridefinendo, in tal modo, i rapporti di un’interpersonalità postmoderna e complessa, plurima nelle forme: la mostra è da non perdere. L’ingresso è libero. Visitabile con orari: da giovedì e venerdì, dalle 16 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 12, dalle 16 alle 19. Cambiando genere, a Selvazzano Dentro resterà aperta fino al 26 settembre “Amianto il male che non scompare”, una mostra fotografica a sfondo sociale organizzata dall’assessorato alla cultura cittadino, con la fondazione vittime dell’amianto “Bepi Ferro” onlus, “Fotocommunity.it” e “Imagomentis”. L’esposizione ha luogo presso Palazzo Eugenio Maestri, in via Roma 32 . Si tratta di un progetto fotografico realizzato da “Imagomentis”, associazione no profit di fotografi, interessata alla divulgazione di laboratori fotografici sociali. Viene affrontato un tema di particolare drammaticità: pensiamo a quanti sono stati, nella sola Padova, i morti per eternit, gli operai che hanno inalato giornalmente sostanze letali e gli immobili costruiti utilizzando questo materiale tossico. Si tratta di una interessante proposta fotografica raccontata in trentasei scatti d’autore già proposti a Venezia e a Noale, presso l’ospedale civile. Espongono dodici fotografi: Fabrizio Caron, Marcella Della Valle,Virgilio Fidanza, Luca Forno, Giovanna Magri, Simone Mizzotti, Gigi Murru, Eras Perani, Laura Piazzoli, Ciro Prota, Giancarlo Soncin, Davide Volpi (un portfolio di tre fotografie per autore con personali chiavi di lettura). L’esposizione potrà essere visitata tutti i giorni a Palazzo Eugenio Maestri, secondo gli orari di apertura della biblioteca e seguendo tutte le disposizioni di prevenzione e attenzione anti Covid. La mostra è ad ingresso libero: aperta lunedì, martedì, mercoledì e giovedì, dalle 14.30 alle 19; martedì, mercoledì, venerdì e sabato, dalle 9 alle 13. Martina Calvi