LE TRANSIZIONI DI MAROTTI AL CITTA’ DI PADOVA FINO AL 7 DICEMBRE

La vita è fatta di “Transizioni”: questo è il titolo della mostra di Luigi Marotti aperta fino al 7 dicembre alla galleria Città di Padova. Siamo tutti in gioco e nessuno è fermo: il nostro è un transitare individuale e collettivo. Lo spiega nelle sue opere il pittore il quale, nell’ambito del contesto patavino, ha alle spalle un’importante carriera, legata all’associazione Città di Padova, di cui è presidente. Sannita di origine, l’artista della sua terra mantiene intatta la forza coloristica: coniuga all’elemento semantico una combinazione di attrazioni e repulsioni nel gioco sapiente di colori, tendenzialmente forti, capaci di veicolare emozioni, come in una contesa amorosa, che rivive sulla tela. Giocano, così, i rossi, i gialli, i blu e i verdi in una tenzone astratta vivacissima. E ci troviamo stupiti ad osservare queste forme in movimento, come in un puzzle che scompagina ed emoziona la parte profonda del cuore. Marotti insegue il sogno dell’informale, richiamandosi ai grandi maestri novecenteschi, ma rimanendo legato alla terra attraverso la capacità di impiegare un cromatismo del tutto personale, fatto di enorme studio e ricerca, che conduce ad un equilibrio espresso nel linguaggio di una pittura che parla all’interiorità. (nella foto lo studio dell’artista)

Dopo le “Sedimentazioni” del duemilasette ecco, quindi, le “Transizioni” di oggi, una mostra personale sempre organizzata con il patrocinio e il contributo dell’assessorato alla cultura del Comune cittadino. Il pittore ha esposto in numerose mostre collettive e personali, in manifestazioni fieristiche a livello nazionale, è noto per la sua personalità decisa, per il tratto determinato nell’arte quanto nella vita, che lo ha reso il numero uno dell’associazione Città di Padova e il punto di riferimento per un nutrito gruppo di pittori. Si consiglia di visitare questa mostra per rendersi conto dello stile e dell’abilità nella stesura del colore, nella macchiatura e nell’ombreggiatura; altresì per comprendere il senso della dimensione intimista del dipingere che non può essere spiegata con uno scritto, né argomentata di persona. L’osservatore deve guardare l’opera e tentare una forma di immedesimazione e di comprensione: tutti noi siamo in transito verso qualcosa. Luoghi, persone, nuovi mondi, modi di sentire, percezioni sempre nuove o simboli. Ciò che era non è più e, da un punto di vista antropologico, ci ridimensioniamo attraverso forme di vita che possono predisporci a comportamenti mai avuti prima. Marotti esercita la professione di pittore fin da giovane, ha lo studio d’artista in via Cavallotti 23. La mostra personale si svolge in via San Francesco (angolo vic. Santa Margherita 2), è aperta dalle 16 alle 19.20, è chiusa i festivi. Info assarte@libero.it  (M.C.)