PARLAMENTO UE: COSA HA FATTO PER COMBATTERE LA CRISI?

Limitare i bonus bancari, stabilire delle regole per salvare le banche in difficoltà e creare una tassa sulle transazioni finanziarie. Ecco alcune delle misure votate durante il primo semestre 2013. Ecco una selezione d’interviste per conoscere meglio la posizione e il lavoro svolto dal Parlamento europeo per combattere la crisi economica.

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Tasse sulle transazioni finanziarie: “Il costo della crisi deve essere ridistribuito in maniera più equa. ”Non tutti gli Stati membri si sono trovati d’accordo sulla tassa sulle transazioni finanziarie. Al momento solo Francia, Germania, Belgio, Austria, Portogallo, Grecia, Slovacchia, Italia, Spagna e Estonia hanno dato la loro approvazione.

Ne parliamo con le eurodeputate la greca Anni Podimata del Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo (S&D) e l’inglese Arlene McCarthy (S&D)

– La TTF non piace molto alle banche. Come possiamo assicurarci che le banche non tentino di spostare i capitali fuori dall’UE per evitare di pagare la tassa?

Non vedo un rischio di questo genere. Abbiamo pensato a un sistema che si applica a tassi molto bassi per un grande numero di transazioni. Non credo che questa tassa colpirà il settore finanziario in assoluto, ma si concentrerà sulla parte più pericolosa e speculativa – come il trading automatizzato ad alta frequenza – che può causare i rischi maggiori e una crisi economica.

– È stata evocata l’idea di utilizzare i proventi della TTF per alimentare il budget dell’UE. Ma se non tutti gli Stati membri partecipano…

Questa direttiva non si esprime sull’utilizzo dei proventi. Nonostante ciò, insistiamo sull’idea che una parte dovrebbe essere utilizzata per il budget dell’UE. In questo modo i contributi dei singoli Stati membri potrebbero essere diminuiti. Abbiamo bisogno di un budget solido e l’obiettivo finale sarebbe quello di implementare la TTF in tutti gli Stati membri.

Riforma bancaria: più vicino all’economia reale

La commissione agli Affari economici ha votato lo scorso 18 giugno una relazione sulla riforma del settore bancario in UE. L’obiettivo della relazione è quello di separare le parti che rivestono un ruolo più centrale a livello sociale da quelle connesse alle attività di negoziazione ad alto rischio, come i prodotti derivati, limitando così i salvataggi a carico dei contribuenti.

Abbiamo incontrato la deputata responsabile del dossier al PE, McCarthy.

– In cosa differisce la sua relazione da quelle recentemente adottate nel settore bancario?

La relazione è il prodotto di uno studio su come le banche funzionano. La ragione per la quale dobbiamo agire è che delle attività eccessivamente rischiose nel settore bancario hanno messo in pericolo l’attività delle banche regolari, come i prestiti essenziali all’economia reale.

L’abbiamo visto durante la crisi a Cipro. I cittadini non avevano accesso ai loro conti: non potevano ritirare e o pagare le proprie bollette. Gli stipendi sono stati sospesi! L’obiettivo principale della riforma è evitare che questa situazione si ripeta.

– La relazione insiste sulla separazione tra i servizi delle banche al dettaglio e quelli d’investimento. Cosa significa?

Le due attività dovrebbero funzionare separatamente. In questo modo, se si verificassero dei problemi, le banche potrebbero continuare a garantire i servizi ai cittadini.

Non dovremmo ritrovarci nella situazione in cui i contribuenti o i governi pagano per i rischi eccessivi presi dal settore finanziario. Se le banche vogliono prendere dei rischi, lo devono fare a loro rischio e pericolo.